L'udienza ai partecipanti all'incontro Economia di Comunione, promosso dal Movimento dei Focolarini. «L'evasione fiscale viola l...
L'udienza ai partecipanti all'incontro Economia di Comunione, promosso dal
Movimento dei Focolarini. «L'evasione fiscale viola la legge del reciproco
soccorso».
L’idolatria del denaro
va sconfitta, così come chi la alimenta, cioè l’economia centrata solo sul
profitto. È il monito lanciato da Papa Francesco nell’udienza concessa oggi ai
circa mille imprenditori di tutto il mondo partecipanti all'Incontro "Economia
di Comunione" (VAI AL SITO), promosso dal Movimento
dei Focolari. Il Papa ha anche messo in guardia dal “sistema
dell’azzardo” che sta distruggendo milioni di famiglie. Un affondo
sull'evasione fiscale, che viola la legge “basilare” del “reciproco soccorso”.
Infine, ha esortato a mettere sempre la persona, soprattutto se debole o
povera, al centro del sistema economico.
L'economia di
comunione è un'esperienza promossa 25 anni in Brasile dal Movimento dei
Focolari, fondato da Chiara Lubich; il Papa ha constatato con amarezza che la
cultura attuale tende a separare l’economia e la comunione con conseguenze
disastrose.
Innanzitutto, ha avvertito, bisogna guardarsi dal fare del denaro
un idolo. “Il denaro – ha tenuto a precisare – è importante, soprattutto
quando non c’è e da esso dipende il cibo, la scuola, il futuro dei figli. Ma
diventa idolo quando diventa il fine”:
“Quando il capitalismo
fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una
struttura idolatrica, una forma di culto. La 'dea fortuna' è sempre più la
nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che
sta distruggendo milioni di famiglie del mondo, e che voi giustamente
contrastate. Questo culto idolatrico è un surrogato della vita eterna. I
singoli prodotti (le auto, i telefoni…) invecchiano e si consumano, ma se ho il
denaro o il credito posso acquistarne immediatamente altri, illudendomi di
vincere la morte”.
Ecco perché, ha
soggiunto, è di grande “valore etico e spirituale” la “scelta di mettere i
profitti in comune”. E ha soggiunto che “il modo migliore e più concreto per
non fare del denaro un idolo è condividerlo con altri, soprattutto con i
poveri”. Ricordarsi sempre, ha soggiunto, che non si possono servire due
signori, due padroni e che “il diavolo entra dalle tasche”.
Ha così rivolto il pensiero al tema della povertà. Il Papa ha rilevato che
ci sono sempre state forme di aiuto verso i poveri ma nonostante gli aiuti, gli
scarti della società “restavano molti”:
“Oggi abbiamo
inventato altri modi per curare, sfamare, istruire i poveri, e alcuni dei semi
della Bibbia sono fioriti in istituzioni più efficaci di quelle antiche. La
ragione delle tasse sta anche in questa solidarietà, che viene negata dall’evasione
ed elusione fiscale, che, prima di essere atti illegali sono atti che
negano la legge basilare della vita: il reciproco soccorso”.
Francesco ha così denunciato che il capitalismo “continua a
produrre gli scarti che poi vorrebbe curare”. “Il principale problema etico
di questo capitalismo – ha ripreso – è la creazione di scarti per poi cercare
di nasconderli o curarli per non farli più vedere. Una grave forma di povertà
di una civiltà è non riuscire a vedere più i suoi poveri, che prima vengono
scartati e poi nascosti”:
Gli aerei inquinano l’atmosfera, ma con una piccola parte dei soldi del
biglietto pianteranno alberi, per compensare parte del danno creato. Le società
dell’azzardo finanziano campagne per curare i giocatori patologici che esse
creano. E il giorno in cui le imprese di armi finanzieranno ospedali per curare
i bambini mutilati dalle loro bombe, il sistema avrà raggiunto il suo culmine.
Questa è l’ipocrisia!.
A tutto questo, ha
affermato, si contrappone l’economia di comunione che non scarta mai la
persona. Per il Papa, “bisogna allora puntare a cambiare le regole del gioco
del sistema economico-sociale”, non basta comportarsi come buoni samaritani. E
ha sottolineato che il grande lavoro da svolgere è “cercare di non perdere il
principio attivo” che anima l’economia di comunione, puntando sulla qualità,
non sulla quantità:
Tutte le volte che le persone, i popoli e persino la Chiesa hanno pensato
di salvare il mondo crescendo nei numeri, hanno prodotto strutture di
potere, dimenticando i poveri. Salviamo la nostra economia, restando
semplicemente sale e lievito: un lavoro difficile, perché tutto decade con il
passare del tempo.
“L’economia di comunione – ha ripreso – avrà futuro se la donerete a tutti
e non resterà solo dentro la vostra ‘casa’. Donatela a tutti, e prima ai poveri
e ai giovani, che sono quelli che più ne hanno bisogno”, perché “il denaro non
salva se non è accompagnato dal dono della persona”:
“Il capitalismo
conosce la filantropia, non la comunione. È semplice donare una parte dei
profitti, senza abbracciare e toccare le persone che ricevono quelle
'briciole'. Invece, anche solo cinque pani e due pesci possono sfamare le folle
se sono la condivisione di tutta la nostra vita. Nella logica del Vangelo, se
non si dona tutto non si dona mai abbastanza”.
“Il 'no' ad un’economia che
uccide – ha concluso Francesco – diventi un 'sì' ad una economia che fa
vivere, perché condivide, include i poveri, usa i profitti per creare
comunione”. Fonte Vaticana.
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